“…Come scorrea la calda sabbia lieve
Per entro il cavo della mano in ozio
Il Cor sentì che il giorno era più breve
E un ‘ ansia repentina il Cor m’assalse
Per l’appressar dell’umido Equinozio
Che offusca l’Oro delle piagge salse
Alla sabbia del Tempo urna la mano
Era, clessidra il cor mio palpitante
L’ ombra crescente di ogni stelo vano
Quasi ombra d’ ago in tacito quadrante.”
G. D’ Annunzio.
La porta dell’Equinozio d’autunno si lascia alle spalle l’Oro dei campi maturi, la fatica buona e giusta del raccolto, le feste ed i canti dopo il lavoro, e ci introduce in un mondo più intimo: il seme (cioè la Luce) ora viene accolto dal grande ventre della Madre terra, ed il Sole esteriore non è più visibile, ma scende nel profondo, dentro di noi, divenendo Sole Interiore.
L’ elemento Aria inizia a rendersi sempre più volatile, cedendo il passo progressivamente all’ Elemento Terra; l’Elemento Fuoco entra in contatto con l’Elemento Acqua, per iniziare il processo di Purificazione interiore. Giungiamo così all’ Equinozio d’Autunno, dove nel simbolismo Alchemico la corrente del Ferro, fredda e metallica, che scende dal cielo smorza la corrente Sulfurea che era fuoriuscita dalle viscere della Terra nei mesi caldi.
E l’Elemento Alchemico dell’Autunno è proprio il Ferro: il Ferro Spirituale della Volontà concretamente esercitata, volontà che si afferma in progetti ben definiti o che volge alla formazione di sé.
Abbiamo visto come per i Solstizi sia stato scelto una sorta di “Guardiano” (Giovanni Evangelista per il solstizio d’inverno e Giovanni Battista per quello estivo); la stessa cosa avviene per gli Equinozi, anch’essi considerati da sempre porte energetiche.
Ogni anno, il 22 settembre, il Sole entra nella costellazione della Bilancia. Il segno zodiacale della Bilancia è associato alla morte e presiede alla Operazione Alchemica della “Sublimatio”.
Abbiamo visto come per i Solstizi sia stato scelto una sorta di “Guardiano” (Giovanni Evangelista per il solstizio d’inverno e Giovanni Battista per quello estivo); la stessa cosa avviene per gli Equinozi, anch’essi considerati da sempre porte energetiche.
Ogni anno, il 22 settembre, il Sole entra nella costellazione della Bilancia. Il segno zodiacale della Bilancia è associato alla morte e presiede alla Operazione Alchemica della “Sublimatio”.
Numerosi dipinti e icone rappresentano l’arcangelo Mikhaël con una bilancia in mano, nell’atto di pesare le azioni degli esseri umani dopo la loro morte: quelle buone vengono messe su un piatto, quelle cattive sull’altro, ed egli rimane in attesa di vedere quali avranno il sopravvento. La bilancia è lo strumento del giudizio, e l’autunno stesso è in qualche modo la stagione del giudizio: si raccolgono i frutti maturi, si fa una cernita e si conservano solo quelli buoni.
Un antico aspetto tradizionale – ed il Fratello Libero Muratore si ricollega a tutte le Tradizioni ed a tutti i Miti, non solo a quelli greci o latini (basti pensare ai Trovatori provenzali, alla tradizione tedesca, a quella Inglese e scozzese, alle scuole araboebraiche di Spagna, agli stessi stilnovisti italiani, alle culture norrene, celtiche e basche…) – ci conferma anche che l’Arcangelo Michele, è la sovrapposizione cristiana ad una divinità antichissima, preceltica, Lug, il Luminoso, detto anche Mabon, Guardiano delle Porte Equinoziali e Figlio della Madre o Figlio della Luce: Samildanach dal Lungo Braccio, colui che è abile in tutte le arti, detto appunto Sin Politecnico.
Ecco che le tradizioni coincidono ancora. Mabon scende nell’oscurità a settembre. Lo cercheranno gli eroi di Artù in un bel racconto dei Mabinogion e lo riporteranno alla luce in primavera.
Mabon, il cervo, sposerà a Maggio la Figlia dei Fiori, Blodwed, la Natura. Per i Celti, il tempo non era un assoluto, ma una variabile, una continua commistione tra tempo umano e tempo mitico, una variabile soggettiva dotata di una valenza filosofico-religiosa.
L’Equinozio d’Autunno era denominato presso i Celti Alban Elued, ovvero “Luce dell’Acqua”, e si festeggiava il 21 di Settembre.
Luce dell’Acqua, perché l’acqua rappresenta l’oceano cosmico in cui il sole trova la sua dimora nella parte calante dell’anno e l’acqua è proprio la sfera dell’Equinozio d’Autunno, ovvero l’anno che discende nell’oceano. La Serenissima Gran Loggia, partendo proprio dalla sovrapposizione delle Tradizioni ha inteso dare uno specifico simbolismo ai momenti Equinoziali, assumendo il trifoglio verde quale simbolo dell’Equinozio di Primavera ed il “Non ti scordar di me” azzurro, quale simbolo dell’ Equinozio d’Autunno (simboli che si aggiungono all’abete, verde, nel Solstizio d’inverno, ed alla rosa, rossa, simbolo del Solstizio d’estate).
Ed il simbolismo completo del Ciclo della Luce viene così a comporsi formando una Croce ideale composta da due fiori e due arbusti.
Un antico aspetto tradizionale – ed il Fratello Libero Muratore si ricollega a tutte le Tradizioni ed a tutti i Miti, non solo a quelli greci o latini (basti pensare ai Trovatori provenzali, alla tradizione tedesca, a quella Inglese e scozzese, alle scuole araboebraiche di Spagna, agli stessi stilnovisti italiani, alle culture norrene, celtiche e basche…) – ci conferma anche che l’Arcangelo Michele, è la sovrapposizione cristiana ad una divinità antichissima, preceltica, Lug, il Luminoso, detto anche Mabon, Guardiano delle Porte Equinoziali e Figlio della Madre o Figlio della Luce: Samildanach dal Lungo Braccio, colui che è abile in tutte le arti, detto appunto Sin Politecnico.
Ecco che le tradizioni coincidono ancora. Mabon scende nell’oscurità a settembre. Lo cercheranno gli eroi di Artù in un bel racconto dei Mabinogion e lo riporteranno alla luce in primavera.
Mabon, il cervo, sposerà a Maggio la Figlia dei Fiori, Blodwed, la Natura. Per i Celti, il tempo non era un assoluto, ma una variabile, una continua commistione tra tempo umano e tempo mitico, una variabile soggettiva dotata di una valenza filosofico-religiosa.
L’Equinozio d’Autunno era denominato presso i Celti Alban Elued, ovvero “Luce dell’Acqua”, e si festeggiava il 21 di Settembre.
Luce dell’Acqua, perché l’acqua rappresenta l’oceano cosmico in cui il sole trova la sua dimora nella parte calante dell’anno e l’acqua è proprio la sfera dell’Equinozio d’Autunno, ovvero l’anno che discende nell’oceano. La Serenissima Gran Loggia, partendo proprio dalla sovrapposizione delle Tradizioni ha inteso dare uno specifico simbolismo ai momenti Equinoziali, assumendo il trifoglio verde quale simbolo dell’Equinozio di Primavera ed il “Non ti scordar di me” azzurro, quale simbolo dell’ Equinozio d’Autunno (simboli che si aggiungono all’abete, verde, nel Solstizio d’inverno, ed alla rosa, rossa, simbolo del Solstizio d’estate).
Ed il simbolismo completo del Ciclo della Luce viene così a comporsi formando una Croce ideale composta da due fiori e due arbusti.
Il trifoglio, simbolo della tradizione celtica, affonda le proprie radici nella storia dell’umanità, in un periodo precedente alla fondazione della Massoneria. Il trifoglio è composto da tre unità che formano un uno, laddove il tre è inteso come perfezione nell’unità. Pertanto il trifoglio, dal celtico Triskell, è il simbolo della vitalità, della crescita rigogliosa e rappresenta il simbolo dell’unione del corpo, dell’anima e dello spirito, i 3 raggi solari, i 3 aspetti della dea e del tempo, le 3 età dell’uomo, i 3 gradi della Massoneria Azzurra, i 3 elementi del mondo.
Nel Tempio Massonico Minerva, Ercole e Venere, rappresentati dal M:. V:. e dai Due Sorveglianti, rappresentano il trifoglio del Tempio; il trifoglio dei Tuatha che chiede di abbandonare la particolarità e raggiungere l’Unità. La cultura legata al trifoglio è fortemente rappresentata anche nell’ordine irlandese di Ery, ordine che ha delle forti analogie con la nostra Massoneria. Quest’ordine ancora oggi coltiva la tradizione bardica e cavalleresca ed adotta tra i propri simboli la Croce Celtica ed il trifoglio. Durante l’ Equinozio d’ Autunno invece ci adorniamo del fiore Non ti scordar di me.
Nel Tempio Massonico Minerva, Ercole e Venere, rappresentati dal M:. V:. e dai Due Sorveglianti, rappresentano il trifoglio del Tempio; il trifoglio dei Tuatha che chiede di abbandonare la particolarità e raggiungere l’Unità. La cultura legata al trifoglio è fortemente rappresentata anche nell’ordine irlandese di Ery, ordine che ha delle forti analogie con la nostra Massoneria. Quest’ordine ancora oggi coltiva la tradizione bardica e cavalleresca ed adotta tra i propri simboli la Croce Celtica ed il trifoglio. Durante l’ Equinozio d’ Autunno invece ci adorniamo del fiore Non ti scordar di me.
Recita il M:.V:. alla fine della Celebrazione le seguenti parole: “Non ti scordar di me. Non ti scodare della Luce che emana dalla tua essenza anche quando intraprendi la stretta via del V.I.T.R.I.O.L. Non ti scordar di me, non ti scordare della Luce che emana dalla Sapienza e che è racchiusa nella Tenebra. Non ti scordar di me. Non ti scordare della Volontà che deve sorreggerti nel superare le prove del percorso iniziatico. Non ti scordar di me, non ti scordare della Luce che trovi in ogni aspetto della Natura, anche quando essa è seme nascosto nelle viscere della terra.”
Ma delle varie e coincidenti Tradizioni occorre evidentemente farne specifico studio a parte. Questo lavoro di separazione e di cernita che ha luogo nella natura è anche quello menzionato da Hermes Trismegistus nella Tavola di Smeraldo quando dice: «Separerai il sottile dal denso con grande industria», vale a dire “con grande cura”. “Separare il sottile dal denso” significa separare lo spirituale dal materiale. L’Iniziato, che partecipa con il suo spirito al lavoro di tutta la natura, sa quando è giunto il momento di lasciar morire la materia oscura che ancora rimane in lui, al fine di liberare la vera vita.”
L’Arcangelo Michele, Arcangelo del Sole nella Sefirah Tifereth, è colui che ci apre la porta dell’Equinozio d’autunno, egli è l’Arcangelo a cui è affidata la nostra protezione, potente e pieno di Luce, colui che sarà la nostra guida nel periodo che stiamo per vivere, il momento della discesa nel mondo sotterraneo.
Il Simbolismo alla base dell’Equinozio di Autunno è noto a tutti. Ades rapisce Persefone, figlia di Demetra (legata simbolicamente ai cicli vitali della vegetazione) e le offre semi di Melograno (simbolo di fecondità e morte), sancendo così l’unione con il mondo sotterraneo. L’Arcangelo Michele è raffigurato come un guerriero con in mano una spada di luce blu, una potente spada che ci libera. Michaelmas (29 settembre) è il giorno dedicato all’Arcangelo Michele. Michele è il Guardiano di tutte le anime piene di luce, quelle che brillano in ogni buio, che camminano sorrette dalla Fede che ogni cosa è giusta, l’Arcangelo della Giustizia appunto, nel momento in cui il segno della Bilancia è appena entrato nel panorama celeste. In questo caso l’Arcangelo Michele ci apre le porte del mondo sotterraneo, della nostra Anima, benevolo ci accompagna verso il buio che non è per forza paura e dolore, è silenzio e riposo, è comprensione e ascolto, Michele ci indica la via per Risorgere alla Luce dal buio dell’Inverno: la via della Libertà e della Giustizia. Ma la Giustizia non è quella che da sempre l’uomo ha nominato come tale, la giustizia è equilibrio, notte e giorno, sole e luna, maschile e femminile… la bilancia in perfetto equilibrio e la Libertà che ci dona Michele è Libertà dalle catene di ogni tempo e dimensione; Egli con la sua potente spada ha la possibilità di liberarci dai fardelli del passato e di consegnarci al presente, leggeri e aperti a ricevere il futuro. E se i desideri invece che esser carburante di spinta per i nuovi germogli fungessero da leganti per le foglie morte che non vogliamo lasciar andare? La parola magica dell’equinozio d’autunno è “Abbandonati”, riempiti di Fiducia, il vento conosce il suo lavoro, la terra è pronta a custodire il tuo tesoro, tu sii certo che la gratitudine è la chiave che apre la porta della Vita nuova. E tutto l’universo conosce questo segreto: Il grano dell’Autunno diviene il seme della Primavera. Gli Spiriti della Natura, a partire dall’ Equinozio d’ Autunno, fanno quindi ritorno alla Terra. La celebrazione dell’Equinozio di autunno quindi ha un carattere meditativo, ma non passivo, di bilancio e di presa di coscienza che ci proietta verso il ringraziamento, la Speranza e l’attesa per un nuovo ciclo propizio.
In questa direzione ogni Iniziato saprà oggi cogliere un diverso aspetto della Celebrazione, senza smarrirsi e ripiombare nel gioco degli opposti, nel mosaico del bianco e del nero, della luce e delle tenebre: Bilanciare la polarità; celebrare l’eterno ritorno della vita; cogliere la dialettica degli opposti; l’ essere lacerati tra forze contrastanti;giungere al giorno del Giudizio quando Bianco e Nero saranno finalmente separati e cesserà la prigionia dello Spirito.
L’Arcangelo Michele, Arcangelo del Sole nella Sefirah Tifereth, è colui che ci apre la porta dell’Equinozio d’autunno, egli è l’Arcangelo a cui è affidata la nostra protezione, potente e pieno di Luce, colui che sarà la nostra guida nel periodo che stiamo per vivere, il momento della discesa nel mondo sotterraneo.
Il Simbolismo alla base dell’Equinozio di Autunno è noto a tutti. Ades rapisce Persefone, figlia di Demetra (legata simbolicamente ai cicli vitali della vegetazione) e le offre semi di Melograno (simbolo di fecondità e morte), sancendo così l’unione con il mondo sotterraneo. L’Arcangelo Michele è raffigurato come un guerriero con in mano una spada di luce blu, una potente spada che ci libera. Michaelmas (29 settembre) è il giorno dedicato all’Arcangelo Michele. Michele è il Guardiano di tutte le anime piene di luce, quelle che brillano in ogni buio, che camminano sorrette dalla Fede che ogni cosa è giusta, l’Arcangelo della Giustizia appunto, nel momento in cui il segno della Bilancia è appena entrato nel panorama celeste. In questo caso l’Arcangelo Michele ci apre le porte del mondo sotterraneo, della nostra Anima, benevolo ci accompagna verso il buio che non è per forza paura e dolore, è silenzio e riposo, è comprensione e ascolto, Michele ci indica la via per Risorgere alla Luce dal buio dell’Inverno: la via della Libertà e della Giustizia. Ma la Giustizia non è quella che da sempre l’uomo ha nominato come tale, la giustizia è equilibrio, notte e giorno, sole e luna, maschile e femminile… la bilancia in perfetto equilibrio e la Libertà che ci dona Michele è Libertà dalle catene di ogni tempo e dimensione; Egli con la sua potente spada ha la possibilità di liberarci dai fardelli del passato e di consegnarci al presente, leggeri e aperti a ricevere il futuro. E se i desideri invece che esser carburante di spinta per i nuovi germogli fungessero da leganti per le foglie morte che non vogliamo lasciar andare? La parola magica dell’equinozio d’autunno è “Abbandonati”, riempiti di Fiducia, il vento conosce il suo lavoro, la terra è pronta a custodire il tuo tesoro, tu sii certo che la gratitudine è la chiave che apre la porta della Vita nuova. E tutto l’universo conosce questo segreto: Il grano dell’Autunno diviene il seme della Primavera. Gli Spiriti della Natura, a partire dall’ Equinozio d’ Autunno, fanno quindi ritorno alla Terra. La celebrazione dell’Equinozio di autunno quindi ha un carattere meditativo, ma non passivo, di bilancio e di presa di coscienza che ci proietta verso il ringraziamento, la Speranza e l’attesa per un nuovo ciclo propizio.
In questa direzione ogni Iniziato saprà oggi cogliere un diverso aspetto della Celebrazione, senza smarrirsi e ripiombare nel gioco degli opposti, nel mosaico del bianco e del nero, della luce e delle tenebre: Bilanciare la polarità; celebrare l’eterno ritorno della vita; cogliere la dialettica degli opposti; l’ essere lacerati tra forze contrastanti;giungere al giorno del Giudizio quando Bianco e Nero saranno finalmente separati e cesserà la prigionia dello Spirito.
Buon Equinozio a tutti voi, Fratelli
Ven:.mo e Pot:.mo Fr:. Clemente Ferullo
Gran Maestro Aggiunto